Muoversi 4 2021
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EDITORIALE

EDITORIALE

A tenere banco in queste ultime settimane è stato il tema del “caro-energia” che, come ha detto la presidente della BCE, Christine Lagarde, è stata “una crisi inaspettata in un momento critico”. Secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, “i prezzi alti dell’energia sono principalmente il risultato del costo del gas alle stelle, mentre le fonti rinnovabili sono rimaste stabili nei prezzi dopo che questi sono calati negli ultimi anni, quindi è chiaro che nel lungo periodo sarà importante investire nelle rinnovabili che ci danno prezzi stabili e più indipendenza”. Dal canto suo, il ministro Cingolani ha detto che “il costo delle materie prime risente di un nervosismo dei mercati su certe forme di distribuzione dell’energia in un momento in cui c’è la transizione energetica in corso che certo non ci aiuta”.

Il punto è proprio questo: è l’incertezza che crea nervosismo. E non c’è cosa peggiore dell’incertezza per chi deve investire con ritorni a distanza di anni come nell’energia.

Di fronte a quello che è senza dubbio lo “shock energetico” più grave degli ultimi decenni e in attesa che le rinnovabili siano in grado di garantire in modo continuo e affidabile tutta l’energia di cui avremo bisogno, pensare di tagliare da subito i ponti con un passato che ancora garantisce la sicurezza energetica del Paese è un pericolo che non possiamo correre, visto che, come ha detto ancora il Ministro Cingolani, “la tecnologia degli accumuli non è abbastanza matura per garantire la continuità, quindi dobbiamo fare i conti col gas”. Ciò vale anche per il downstream petrolifero che oggi garantisce la mobilità di merci e persone e che è nelle migliori condizioni per poter dare un contributo concreto alla decarbonizzazione dei trasporti, ma che qualcuno vorrebbe surrettiziamente mettere fuori gioco. Di quale potrebbe essere questo contributo però nessuno vuole sentire parlare e tanto meno discuterne. Cosa che fa anche il pacchetto “Fit for 55” che, di fatto, nega qualsiasi prospettiva ai low carbon liquid fuels che invece sono il modo più immediato ed efficace per ridurre le emissioni di CO2 nel trasporto.

Proprio per questo abbiamo pensato di dedicargli lo speciale di questo numero per capire, al di là dell’obiettivo finale che è condivisibile, quanto questa accelerazione dell’Europa favorisca realmente una transizione verso le fonti rinnovabili senza pericolosi contraccolpi in termini economici, sociali e soprattutto di sicurezza energetica, nella consapevolezza che delle fonti fossili non potremo fare a meno da un giorno all’altro.

In questo, come di consueto, ci hanno aiutato diversi esperti e anche quegli operatori che già stanno pagando i costi di una transizione che molti danno per cosa fatta, ma che in realtà è ancora tutta da costruire. È evidente che le rinnovabili – nelle diverse declinazioni – saranno il futuro, ma intanto bisogna arrivarci e senza investimenti in quei settori ancora necessari per arrivare ad una vera transizione tutto diventa più difficile. Il rischio è che un “fenomeno in parte temporaneo perché influenzato da una serie di fattori transitori come siccità ed eolico che ci si attende si attenui il prossimo anno”, come ha detto il Ministro delle Finanze, Daniele Franco, assuma invece caratteristiche strutturali visto che la domanda di energia è destinata a crescere e non certo a diminuire. Uno dei tanti nodi che il prossimo vertice G20 di Roma dovrà sciogliere.

Buona lettura

MUOVERSI
TRIMESTRALE DI UNIONE ENERGIE PER LA MOBILITÀ
ANNO 2021 N. 4 OTTOBRE / DICEMBRE
Direttore Responsabile
Marco D’Aloisi
Collaboratori
Armando Durazzo, Paolo Guarino, Roberto Roscani
Ideazione e Progettazione Grafica
Valerio Ventucci per Atlas Consulting

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